Monte Pulgo

Monte Pulgo

Le linee difensive strategiche

Nei primi due anni di guerra la dorsale Agno Leogra, dal Passo dello Zovo di Novale alle colline di Monteviale, non era stata interessata da particolari opere di difesa o di viabilità militare. La situazione cambiò radicalmente dopo il grave rischio di invasione a seguito della Strafexpedition nel maggio del 1916; fu a quel punto evidente l’importanza strategica delle colline di destra Leogra. Il passo di Priabona, come i passi di Torreselle e di Ignago, era infatti sulle direttrici di attacco da est in caso di crollo del fronte del Pasubio e nell’eventualità di un ripiegamento dalla linea del Piave.

Nell’aprile del 1917 il Comando della 1a Armata predispose il progetto di una linea difensiva strategica di cresta, detta Ortogonale 1, che partendo da Campogrosso percorreva la dorsale Agno-Leogra fino a Monteviale, dove si innestava nel Campo Trincerato di Vicenza.

Il sistema difensivo si basava su tre linee: La Linea del Piano ai piedi delle colline, una Linea Intermedia a mezza costa comprendente il Monte Piano, e la linea strategica Ortogonale 1 in cresta dal Monte Pulgo al Campo trincerato di Vicenza costituita da una serie di caposaldi dominanti la pianura.

Furono costruite piazzole per artiglieria, postazioni per mitragliatrice, trincee, camminamenti e ricoveri in roccia. Tutte le postazioni erano collegate da un’adeguata rete di mulattiere e sentieri. Una mulattiera collegava la linea di cresta con il campo d’aviazione e il centro di Castelgomberto.

Furono costruite le strade camionabili di arroccamento dal passo di Priabona fino a Montepulgo e di qui per contrada Carletti fino alla strada Valle di Castelgomberto -Torreselle.

Da Torreselle una nuova strada con un tracciato di cresta serviva la linea fino a Monteviale.

Una serie di strade trasversali collegavano il fondovalle dell’Onte e della Valdiezza con la pianura vicentina, creando una importante viabilità strategica in caso di ripiegamento del fronte.

Nel 1918 la linea strategica, protetta dagli aeroporti di Castelgomberto, Trissino e Sovizzo fu occupata dai soldati alleati Francesi e Inglesi inviati sul fronte italiano dopo Caporetto.


Monte Piano - Monte Pulgo

Monte Pulgo

La strada militare Monte Piano - Monte Pulgo

Le strade militari, più di ogni altra opera della Grande Guerra, hanno contribuito a cambiare il paesaggio e la vita delle genti delle Prealpi Vicentine creando collegamenti agevoli tra le valli e tra i paesi in quota. Questa rete stradale e i sentieri militari costruiti al servizio della linea strategica “Ortogonale 1” costituiscono un patrimonio prezioso per lo sviluppo dell’economia e del turismo di montagna.

Le strade che tagliavano la linea strategica Ortogonale 1, come la “carrozzabile” Malo – M. Piano – M. Pulgo – Cereda, avevano lo scopo di permettere un ordinato ripiegamento dell’Esercito verso la Lessinia e la linea difensiva Mincio – Po nell’eventualità di un cedimento del fronte orientale. La viabilità minore di arroccamento aveva invece funzioni logistiche.

Il muro di sostegno di uno dei tornanti, realizzato con grossi blocchi di pietra estratti sul posto, rappresenta un capolavoro di ingegneria militare.

La strada militare

La viabilità era progettata dagli uffici del Genio Militare che si avvaleva per la costruzione della mano d’opera delle Compagnie Minatori e Zappatori, delle Centurie Lavoratori della Milizia Territoriale e di donne, ragazzi e uomini non chiamati alle armi.

Le strade militari erano divise in categorie:

Camionabili

Destinate al transito di autocarri, con fondo stradale adatto a sopportare carichi pesanti, larghezza superiore ai 3 metri e pendenze non superiori al 10%.

Carrozzabili

Adatte al transito di automezzi e carri, con fondo artificiale, larghezza dai 2,5 ai 3 metri e pendenze non superiori al 10%, raggio di curvatura minimo di 6 metri

Mulattiere

Destinate al transito delle salmerie, ma spesso predisposte anche per il traino di pezzi di piccolo calibro (carrettabili per artiglieria), con larghezza da m 0,80 a m 1,60 e pendenze del 12%.

Tutta la viabilità militare presentava delle caratteristiche tecniche che ne permettono il riconoscimento e che ancor oggi possiamo osservare percorrendo la strada Monte Piano – Monte Pulgo:

  • Larghezza e pendenza costanti
  • Lavorazione del sasso a secco per muri e pozzetti. Cunette laterali selciate
  • Cordoli di contenimento della massicciata in pietra squadrata
  • Paracarri in pietra lavorata al grezzo
  • Presenza di rifugi in caverna lungo il tracciato con tracce dei fori da mina
  • Tracciati coperti alla vista e al tiro del nemico
  • Fornelli da mina e depositi di esplosivo in caverna per l’interruzione stradale


Guerra aerea

Guerra aerea

La guerra aerea

La Prima Guerra Mondiale vide un enorme sviluppo dell’aviazione per scopi militari. Gli aerei dei due eserciti contrapposti erano impiegati per la ricognizione del territorio nemico ma anche per la caccia, il bombardamento delle truppe e degli abitati.

Dopo i bombardamenti aerei del 1916 su Recoaro, Valdagno, Schio, Malo e Vicenza i Comandi compresero la necessità di difendere le linee e la popolazione da questa nuova arma. Fu quindi perfezionato un sistema di artiglieria contraerea con munizionamento a schrapnell. Nel 1917 anche a ridosso dell’Ortogonale 1 furono allestiti ben tre campi d’aviazione nella bassa valle dell’Agno e nella valle dell’Onte.

Il 28 giugno 1918 un velivolo da ricognizione Pomilio della 135a squadriglia con base a Castelgomberto, di ritorno da una missione, precipitò in questo luogo nei pressi del capitello di San Giovanni Nepomuceno, causando la morte del pilota caporale Pasquale Bernabei e dell’osservatore tenente Lucio Albani.


Montecio di Malo

Montecio di Malo

La linea del piano

Il territorio di Malo, non lontano dal confine con l’Austria-Ungheria divenne fin dall’inizio della Prima Guerra Mondiale un importante centro logistico, sede di comandi ed uffici dell’Esercito.

Grazie alle comode strade che lo collegavano con Vicenza e Schio e, trasversalmente, con la valle dell’Agno e la pianura di Thiene era il luogo ideale per ospitare truppe, magazzini e depositi di munizioni.

Le scuole elementari maschili diventarono caserma degli Arditi. Non mancavano locali di svago per i soldati e fu aperta anche una “sala del soldato” per dare assistenza ai militari che scendevano dal fronte.

Dal giugno del 1917 fu inoltre sede del tribunale militare del V Corpo d’Armata e di un ospedale militare.

Nel 1916, superato il rischio di invasione della pianura vicentina durante la Strafexpedition, il territorio di Malo fu interessato da un complesso programma di fortificazione costituito da più linee strategiche collegate da una fitta rete stradale. Il Comando della 1a Armata predispose una linea difensiva che, staccandosi dalla linea trasversale Monte Civillina – Monte Enna seguiva la destra orografica del torrente Leogra fino a Magrè per poi mantenersi alla base delle colline da San Vito di Leguzzano a Costabissara.

Questa linea poi definita Linea del Piano o degli Abitati comprendeva le difese del Montecio, di Santa Libera e i rifugi in caverna ai piedi delle colline verso San Tomio. Faceva parte di questa linea anche la trincea coperta in cemento armato in località Calcara.
Solo nella primavera del 1917, per ordine dello Stato Maggiore dell’Esercito, ebbero inizio i lavori per la realizzazione di una linea strategica sulla cresta della dorsale Agno Leogra. Una seconda linea intermedia era stata realizzata nello stesso periodo a metà costa sul versante orientale interessando la sommità del Monte Piano. Anche il passo di Priabona venne dotato di postazioni e depositi di artiglieria in caverna.

Malo fu sede anche di un ospedale militare e dal giugno del 1917 si insediò il tribunale militare della 1a Armata.

Alla fine del 1917, dopo la rotta di Caporetto, Villa Clementi fu sede del Comando della 23a Divisione francese. Le truppe Francesi furono poi sostituite nel 1918 dai reparti dell’Esercito Inglese.


Monte Piano

Monte Piano

La strada militare Monte Piano - Monte Pulgo

Le strade militari, più di ogni altra opera della Grande Guerra, hanno contribuito a cambiare il paesaggio e la vita delle genti delle Prealpi Vicentine creando collegamenti agevoli tra le valli e tra i paesi in quota. Questa rete stradale e i sentieri militari costruiti al servizio della linea strategica “Ortogonale 1” costituiscono un patrimonio prezioso per lo sviluppo dell’economia e del turismo di montagna.

Le strade che tagliavano la linea strategica Ortogonale 1, come la “carrozzabile” Malo – M. Piano – M. Pulgo – Cereda, avevano lo scopo di permettere un ordinato ripiegamento dell’Esercito verso la Lessinia e la linea difensiva Mincio – Po nell’eventualità di un cedimento del fronte orientale. La viabilità minore di arroccamento aveva invece funzioni logistiche.

La strada militare

La viabilità era progettata dagli uffici del Genio Militare che si avvaleva per la costruzione della mano d’opera delle Compagnie Minatori e Zappatori, delle Centurie Lavoratori della Milizia Territoriale e di donne, ragazzi e uomini non chiamati alle armi.

Le strade militari erano divise in categorie:

Camionabili

Destinate al transito di autocarri, con fondo stradale adatto a sopportare carichi pesanti, larghezza superiore ai 3 metri e pendenze non superiori al 10%.

Carrozzabili

Adatte al transito di automezzi e carri, con fondo artificiale, larghezza dai 2,5 ai 3 metri e pendenze non superiori al 10%, raggio di curvatura minimo di 6 metri

Mulattiere

Destinate al transito delle salmerie, ma spesso predisposte anche per il traino di pezzi di piccolo calibro (carrettabili per artiglieria), con larghezza da m 0,80 a m 1,60 e pendenze del 12%.

Tutta la viabilità militare presentava delle caratteristiche tecniche che ne permettono il riconoscimento e che ancor oggi possiamo osservare percorrendo la strada Monte Piano – Monte Pulgo:

  • Larghezza e pendenza costanti
  • Lavorazione del sasso a secco per muri e pozzetti. Cunette laterali selciate
  • Cordoli di contenimento della massicciata in pietra squadrata
  • Paracarri in pietra lavorata al grezzo
  • Presenza di rifugi in caverna lungo il tracciato con tracce dei fori da mina
  • Tracciati coperti alla vista e al tiro del nemico
  • Fornelli da mina e depositi di esplosivo in caverna per l’interruzione stradale


Passo Priabona

Passo Priabona

Le linee difensive strategiche

Nei primi due anni di guerra il passo di Priabona non era stato interessato da particolari opere di difesa o di viabilità militare. La situazione cambiò radicalmente dopo il grave rischio di invasione corso durante la Strafexpedition nel 1916; fu a quel punto evidente l’importanza strategica della dorsale Agno – Leogra e nel 1917 il Comando della 1a Armata predispose un progetto di una linea difensiva di cresta, detta Ortogonale 1, che partendo da Campogrosso interessava i passi dello Xon, dello Zovo di Novale e di Priabona e proseguiva per Torreselle fino a Monteviale dove si innestava nel Campo Trincerato di Vicenza.

Tra la primavera del 1917 e l’autunno del 1918 il passo di Priabona e le colline adiacenti furono oggetto di importanti opere di fortificazione e di viabilità. Il passo di Priabona, come i passi del Mucchione e di Torreselle, era infatti sulle direttrici di attacco da est in caso di crollo del fronte del Pasubio o più tardi della linea del Piave.

Il sistema difensivo si basava su tre linee: La Linea del Piano ai piedi delle colline, una Linea Intermedia a mezza costa comprendente il Monte Piano, e la linea strategica Ortogonale 1 in cresta dal Monte Grande al Monte Pulgo.

In questo tratto della linea sono notevoli le postazioni per mitragliatrici e per 4 cannoni in caverna realizzate dal Genio della 1a Armata sul colle della Chiesa Vecchia e occupate nel 1918 dall’artiglieria inglese.

Furono costruite le strade camionabili di arroccamento dal Faedo fino al passo e dal passo verso Monte Pulgo-Torreselle con una deviazione in contrada Porra per collegare le difese del Monte Piano.

Le opere militari furono costruite dai soldati delle Centurie Lavoratori e da moltissimi operai civili -uomini, donne e ragazzi – che permisero il rapido completamento dei progetti.

Non mancavano gli incidenti; il più grave avvenne la sera del 24 ottobre del 1917 a causa dello scoppio della polveriera in contrada Porra quando persero la vita 13 persone.


Monte Faedo

Monte Faedo

Il caposaldo del Faedo

La strada di arroccamento che corre sul rovescio della linea strategica Ortogonale 1 entra sul passo del Roccolo Rossato nell’altopiano del Faedo. Altre due strade militari sul M. Casaron e lungo la valle delle Lore, dotate di numerosi ricoveri in caverna, permettevano i rifornimenti della linea.

La conca, difesa a nord e a est sfruttando i rilievi montuosi, poteva ospitare un grande numero di soldati e una ingente quantità di materiali e armamenti.

I cannoni della 47a batteria di Artiglieria d’Assedio, dotata di un ampio deposito di munizioni in caverna, potevano battere la pianura di Malo e il versante collinare tra la linea di cresta e la Linea del Piano verso nord. Le postazioni del Monte Grande e del Monte Casaron dominavano il Passo di Priabona, pericolosa via di accesso verso la bassa valle dell’Agno e il Veronese.


Dorsale Agno - Leogra

Dorsale Agno - Leogra

La linea strategica Ortogonale 1

400 metri a sud del passo della Fima la linea strategica di difesa Ortogonale 1 saliva sul Monte Faedo e abbandonava lo spartiacque per comprendere il Monte Soglio e il Monte Casaron dominante il passo di Priabona.

L’altopiano del Faedo diventava così un vasto caposaldo adeguatamente difeso con postazioni per mitragliatrici e rifugi in caverna. La 47a batteria d’Assedio con cannoni da 149 era posizionata nella valle delle Lore e usufruiva di un importante deposito di munizioni in caverna.

L’area era servita da tre strade camionabili militari: due salivano da Monte di Malo e una terza di arroccamento, proveniente dalla valle dell’Agno attraverso il passo del Roccolo di Rossato, passava per Faedo e Campipiani e scendeva al passo di Priabona.


Passo del Mucchione

Passo del Mucchione

La linea strategica Ortogonale 1

Lungo lo spartiacque tra la valle dell’Agno e la Valle del Leogra il comando della 1a Armata aveva allestito tra il 1917 e il 1918 una linea difensiva strategica che doveva contenere l’avanzata nemica in caso di crollo del Pasubio.

L’importanza della linea chiamata Ortogonale 1 fu confermata dopo la rotta di Caporetto nell’ottobre del 1917 quando, in caso di cedimento sul Piave e sul Grappa, avrebbe costituito un importante punto di arresto.

La linea strategica, organizzata in caposaldi era servita sul rovescio da una strada di arroccamento. Il caposaldo del Mucchione dominava l’omonimo passo con un sistema di difesa a 360°.

Poco a nord del passo si staccava una linea trasversale che passando per Ca’ Danzi raggiungeva la Linea del Piano ai piedi delle colline nella zona di Ca’ Trenta a sud di Schio.


Passo Zovo

Passo Zovo

Le linee difensive strategiche

Fino all’inverno tra il 1916 e il 1917 il passo dello Zovo non era stato interessato da opere di difesa o di viabilità militare. Prima della guerra era stata costruita solamente la strada che saliva da Magrè, toccava il passo e procedeva in quota sul versante orientale del monte Castrazzano verso il passo del Colombo e il Monte Civillina.

Dopo il grave rischio di invasione corso con la Strafexpedition nel maggio del 1916 fu evidente l’importanza strategica della dorsale Agno – Leogra e nell’aprile del 1917 il Comando della 1a Armata predispose il progetto di una linea difensiva di cresta, detta Ortogonale 1, da Campogrosso a Monteviale presso di Vicenza.

Tra la primavera del 1917 e l’autunno del 1918 il passo dello Zovo e le colline adiacenti furono oggetto di importanti opere di fortificazione e di viabilità. Il passo dello Zovo come il passo di Priabona erano infatti i punti deboli di un’eventuale direttrice di attacco da est.

Furono costruite postazioni per mitragliatrice anche in caverna, trincee, camminamenti sia in cresta, dominanti la strada proveniente da Schio, sia sul versante della valle dell’Agno per colpire sul fianco le truppe infiltrate. Tutte le postazioni, collegate da un’adeguata rete di sentieri, erano servite da numerosi ricoveri in roccia.

Durante e dopo la Strafexpedition si erano intensificati i bombardamenti aerei su Schio, Valdagno e nell’Alto Vicentino con morti e feriti anche tra la popolazione civile. Sulla cima del Monte Magrè, subito a sud del passo, furono pertanto realizzate due piazzole in calcestruzzo per artiglieria contraerea e una baracca per l’alloggio degli artiglieri.

La nuova linea richiedeva una viabilità sufficiente e sicura per il rifornimento di viveri, armi e materiali e per il rapido spostamento della truppa. Furono costruite le strade camionabili di arroccamento da Ponte dei Nori fino al passo dello Zovo e per Castrazzano fin al Civillina.

Un’altra strada camionabile fu costruita su un nuovo tracciato tra il 1916 e il 1917 per collegare Valdagno alla strada militare esistente Schio – Passo Zovo. Questa strada aveva anche una funzione strategica in caso di ritirata dell’Esercito dalla linea del Piave.

Lungo queste strade e nei ponti del fondovalle erano predisposti fornelli da mina per provocare l’interruzione della viabilità. A testimonianza dei lavori eseguiti i soldati della Prima Armata collocarono sul passo e sul fondovalle, all’inizio e alla fine delle strade, alcuni cippi, ancor oggi ben visibili, indicanti l’anno di costruzione.

Nel 1918 la linea fu occupata dalle truppe inglesi giunte in soccorso dell’Italia dopo Caporetto.