Villa Zileri
Villa Zileri
Il campo trincerato e l'Ortogonale 1

Il territorio di Monteviale tra l’inizio del 1917 e la fine del 1918 si trovò a far parte contemporaneamente di due importanti sistemi difensivi: il Campo trincerato di Vicenza e la linea strategica “Ortogonale1” approntata sulla dorsale Agno – Leogra.
Fin dall’inizio del conflitto i soldati avevano occupato le fattorie e le abitazioni del comune, ma le presenze più significative a partire dal 1916 riguardarono soprattutto Villa Zileri che poteva offrire un alloggio di prestigio, grandi spazi per gli automezzi e per i quadrupedi.
Sulle colline di Monteviale furono scavate trincee e postazioni e fu migliorata la viabilità sulla dorsale e in pianura verso nord. Furono fortificati anche il Monte Cucco e il Monte San Giorgio, le due colline isolate immediatamente a nord di Villa Zileri.
Nel giugno del 1916, mentre era in corso la Strafexpedition sugli Altopiani Vicentini, Sua Altezza Reale Elena d’Orleans Duchessa d’Aosta, Ispettrice Generale della Croce Rossa Italiana, scelse la villa quale base per le visite agli ospedali militari a ridosso del fronte. Nel novembre del 1917, dopo la rotta di Caporetto, le truppe della 47a Divisione dell’Armata Francese si schierarono sulla linea della dorsale Agno–Leogra da Monteviale a Priabona.
Il 28 aprile 1918 Sua Altezza Reale Edoardo VIII, Principe di Galles arrivato in Italia con l’Armata Inglese fu ospite a Villa Zileri della Duchessa d’Aosta.
Campo d'aviazione Sovizzo
Campo d'aviazione Sovizzo
La guerra aereaIl campo d'aviazione di Sovizzo

La Prima Guerra Mondiale vide un enorme sviluppo dell’aviazione per scopi militari. Gli aerei dei due eserciti contrapposti erano impiegati per la ricognizione del territorio nemico, ma anche per il combattimento in volo e il bombardamento delle truppe e degli abitati.
Dopo i bombardamenti aerei del 1916 su Recoaro, Valdagno, Schio e Vicenza gli Alti Comandi compresero la necessità di difendere le linee e la popolazione da questa nuova e temibile arma.
A partire dalla fine del 1916 anche a ridosso dell’Ortogonale 1 / Dorsale Agno – Leogra nella bassa Valle dell’Agno fu allestito un campo d’aviazione a Trissino e nel 1917 altri due a Castelgomberto e a Sovizzo, i primi due rimasero attivi fino alla fine della guerra con la presenza anche di velivoli francesi e inglesi.
La pista di atterraggio e la sede del Comando furono poste in località “della Vecchia” e i piloti alloggiarono nell’omonima contrada e nelle ville di Sovizzo. La pista di atterraggio era servita da una decina di hangar per il ricovero dei velivoli.
Per la protezione del personale furono costruiti nelle vicinanze della contrada due rifugi in caverna.
Da questo campo il 20 febbraio 1918 il capitano Natale Palli con altri aerei della sua squadriglia decollò per bombardare con successo la stazione di Innsbruck.
A maggio del 1918 l’esondazione del torrente Onte causò gravi danni alla pista e ai velivoli per cui fu necessario chiudere definitivamente il campo d’aviazione di Sovizzo e spostare gli aerei al campo di Castelgomberto.

Monteviale
Monteviale
Monteviale nell'Ortogonale 1

Tra il 1917 e il 1918 tutto il territorio del comune di Monteviale fu interessato da importanti lavori di difesa e di viabilità militare, dato che si era venuto a trovare nella parte meridionale della linea strategica Ortogonale1. Questa linea, sfruttando le colline della dorsale Agno – Leogra, avrebbe impedito il movimento austriaco verso Verona in caso di cedimento del fronte orientale.
Un’altra linea di difesa, progettata nel 1916 dopo la Strafexpedition e detta Linea del Piano, correva invece alla base delle colline da Magrè a Monteviale. La linea di cresta dell’Ortogonale 1, da Ignago al monte delle Quaglie, costituiva inoltre la difesa occidentale del Campo trincerato di Vicenza garantendo la copertura dell’artiglieria sulla città e sulla pianura circostante.
Nel giugno del 1916 e fino alla fine della guerra, Sua Altezza Reale Elena d’Orleans, Duchessa d’Aosta ed Ispettrice Generale della Croce Rossa Italiana, scelse Villa Zileri quale base per le visite agli ospedali militari a ridosso del fronte.
Nel novembre del 1917, dopo Caporetto, le truppe della 47a Divisione dell’Armata Francese si schierarono sulla linea della dorsale Agno – Leogra da Monteviale a Priabona. Per il completamento della linea strategica fu prevista una serie di caposaldi dominanti la pianura verso est.
Su proposta dei Comandi francesi nel lato occidentale della dorsale, da Creazzo ad Ignago, furono costruiti nuovi tratti di strade e migliorate le esistenti per garantire il movimento delle truppe e il rifornimento della linea.
Il 28 aprile 1918 Sua Altezza Reale Edoardo VIII, Principe di Galles arrivato in Italia con l’Armata Inglese fu ospite della Duchessa d’Aosta a Villa Zileri.
Campo Trincerato
Campo trincerato
Il campo trincerato di Vicenza

La Linea strategica Ortogonale 1 sul contrafforte Agno – Leogra incontrava la Linea esterna del Campo trincerato di Vicenza all’altezza di Ignago.
La Linea interna del Campo trincerato dava protezione da vicino all’abitato della città.
Qui l’itinerario storico Campogrosso – Monteviale abbandona l’Ortogonale 1 per seguire il tratto collinare della Linea centrale del Campo trincerato per raggiungere poi Villa Zileri.
I campi d’aviazione di Sovizzo, entrato in attività il 1 dicembre 1917, e di Villaverla avevano il compito di contrastare le incursioni austriache sulla vicina città di Vicenza e sul suo Campo trincerato. Inoltre un forte spiegamento di artiglieria sotto il Comando Difesa Antiaerea garantiva una buona protezione.
La strada militare dei francesi
Strade Militari
La strada militare dei francesi
Le strade militari, più di ogni altra opera della Grande Guerra, hanno contribuito a cambiare il paesaggio e la vita delle genti nelle Prealpi Vicentine creando collegamenti agevoli tra le valli e in quota tra i paesi; indubbiamente esse rappresentarono un patrimonio prezioso per lo sviluppo dell’economia e del turismo di montagna nel dopoguerra. Le strade che tagliavano la linea strategica Ortogonale 1 in direzione Est- Ovest, come la camionabile Isola Vicentina – Torreselle – Valle di Castelgomberto o la Castelnovo -Ignago – Gambugliano avrebbero permesso un ordinato ripiegamento dell’Esercito verso la Lessinia e la linea difensiva Mincio – Po nell’eventualità di un cedimento del fronte orientale. Queste strade intersecavano la viabilità di arroccamento in cresta a ridosso della Linea. Dopo la ritirata di Caporetto nell’ottobre del 1917 le truppe alleate dell’Armata Francese presidiarono la parte meridionale dell’Ortogonale 1 e nel gennaio del 1918 presentarono un progetto con la richiesta di adeguamento della viabilità sulla dorsale tra Ignago e Sovizzo. Il tratto tra la Madonna delle Grazie e la periferia nord di Monteviale presenta ben conservate le opere caratteristiche della strada militare.

La strada militare
La viabilità era progettata dagli uffici del Genio Militare che si avvaleva per la costruzione della mano d’opera delle Compagnie Minatori e Zappatori, delle Centurie Lavoratori della Milizia Territoriale e di donne, ragazzi e uomini non chiamati alle armi.
Le strade militari erano divise in categorie:
Camionabili
Destinate al transito di autocarri, con fondo stradale adatto a sopportare carichi pesanti, larghezza superiore ai 3 metri e pendenze non superiori al 10%.
Carrozzabili
Adatte al transito di automezzi e carri, con fondo artificiale, larghezza dai 2,5 ai 3 metri e pendenze non superiori al 10%, raggio di curvatura minimo di 6 metri
Mulattiere
Destinate al transito delle salmerie, ma spesso predisposte anche per il traino di pezzi di piccolo calibro (carrettabili per artiglieria), con larghezza da m 0,80 a m 1,60 e pendenze del 12%.
Tutta la viabilità militare presentava delle caratteristiche tecniche che ne permettono il riconoscimento e che ancor oggi possiamo osservare percorrendo la strada Monte Piano – Monte Pulgo:
- Larghezza e pendenza costanti
- Lavorazione del sasso a secco per muri e pozzetti. Cunette laterali selciate
- Cordoli di contenimento della massicciata in pietra squadrata
- Paracarri in pietra lavorata al grezzo
- Presenza di rifugi in caverna lungo il tracciato con tracce dei fori da mina
- Tracciati coperti alla vista e al tiro del nemico
- Fornelli da mina e depositi di esplosivo in caverna per l’interruzione stradale
Dorsale Agno - Leogra - Ignago
Dorsale Agno - Leogra
La linea dei caposaldi

Dal Passo di Priabona fino al Campo trincerato di Vicenza la parte meridionale della Linea strategica Ortogonale 1 / Dorsale Agno – Leogra era caratterizzata da una serie di caposaldi dominanti la pianura vicentina. Tra questi i principali erano il Monte Piano, il Castellaro, la Guizza e il Monte del Vento.
La direttiva dell’aprile 1917 del Generale Cadorna, Capo di Stato Maggiore dell’Esercito Italiano, prevedeva questa soluzione che bene sfruttava le alture dominanti la campagna tra Vicenza e Malo e che controllavano i passi di Priabona, Torreselle e Ignago. I comandi italiani li consideravano sulle direttrici di attacco nemico per l’aggiramento del Campo trincerato di Vicenza in direzione Verona. A Ignago infatti la linea Ortogonale 1 incontrava la linea esterna del Campo trincerato. I lavori di fortificazione furono progettati dal Comando del Genio della 1a Armata e realizzati da migliaia di operai militari e civili.
Il caposaldo
Nel caposaldo possiamo trovare tutte le opere di difesa campale come i camminamenti, le postazioni per fucilieri e per mitragliatrici, piazzole per fotoelettriche e ricoveri in caverna, il tutto protetto da una larga fascia di reticolati. Erano inoltre sempre presenti piazzole per cannoni di piccolo e medio calibro che potevano intervenire anche a difesa dei caposaldi sui fianchi. Tra Torreselle e Ignago erano previsti cinque obici da 149 mm e sei cannoni da 105 mm.
Per il movimento delle truppe e delle artiglierie e per il rifornimento dei caposaldi era stata costruita una capillare rete di strade, mulattiere e sentieri a ridosso della linea. La strada di arroccamento principale scendeva da Priabona e proseguiva sul versante protetto passando per contrada Carlini e Valdilonte fino a Torreselle ed Ignago. Di qui sempre in cresta scendeva verso Creazzo a servizio dei caposaldi. Altre strade salivano dalla Valle dell’Onte e dall’alta Valdiezza, tutte dotate di ricoveri in caverna.
La strada militare Carletti - Valdilonte - Torreselle
Strade Militari
La strada militare Carletti - Valdilonte - Torreselle
Le strade militari, più di ogni altra opera della Grande Guerra, hanno contribuito a cambiare il paesaggio e la vita della gente nelle Prealpi Vicentine creando collegamenti agevoli tra le valli e tra i paesi in quota. Le strade che tagliavano l’Ortogonale 1 in direzione Est-Ovest, come la camionabile Isola Vicentina – Torreselle – Valle di Castelgomberto, avrebbero permesso un ordinato ripiegamento dell’Esercito verso la Lessinia e la linea difensiva Mincio – Po nell’eventualità di un cedimento del fronte orientale. In questo punto la camionabile intersecava l’importante strada di arroccamento Valdilonte- Carletti – Montepulgo che, correndo a ridosso della linea di difesa, aveva invece funzioni essenzialmente logistiche.

La strada militare
La viabilità era progettata dagli uffici del Genio Militare che si avvaleva per la costruzione della mano d’opera delle Compagnie Minatori e Zappatori, delle Centurie Lavoratori della Milizia Territoriale e di donne, ragazzi e uomini non chiamati alle armi.
Le strade militari erano divise in categorie:
Camionabili
Destinate al transito di autocarri, con fondo stradale adatto a sopportare carichi pesanti, larghezza superiore ai 3 metri e pendenze non superiori al 10%.
Carrozzabili
Adatte al transito di automezzi e carri, con fondo artificiale, larghezza dai 2,5 ai 3 metri e pendenze non superiori al 10%, raggio di curvatura minimo di 6 metri
Mulattiere
Destinate al transito delle salmerie, ma spesso predisposte anche per il traino di pezzi di piccolo calibro (carrettabili per artiglieria), con larghezza da m 0,80 a m 1,60 e pendenze del 12%.
Tutta la viabilità militare presentava delle caratteristiche tecniche che ne permettono il riconoscimento e che ancor oggi possiamo osservare percorrendo la strada Monte Piano – Monte Pulgo:
- Larghezza e pendenza costanti
- Lavorazione del sasso a secco per muri e pozzetti. Cunette laterali selciate
- Cordoli di contenimento della massicciata in pietra squadrata
- Paracarri in pietra lavorata al grezzo
- Presenza di rifugi in caverna lungo il tracciato con tracce dei fori da mina
- Tracciati coperti alla vista e al tiro del nemico
- Fornelli da mina e depositi di esplosivo in caverna per l’interruzione stradale
Campo d'aviazione Castelgomberto
Campo d'aviazione Castelgomberto
La guerra aereaIl campo d'aviazione di Castelgomberto

La Prima Guerra Mondiale vide un enorme sviluppo dell’aviazione per scopi militari. I velivoli dei due eserciti contrapposti erano impiegati per la ricognizione del territorio nemico, ma anche per il combattimento in volo e il bombardamento delle truppe e degli abitati.
Dopo i bombardamenti aerei del 1916 su Recoaro, Valdagno, Schio e Vicenza gli Alti Comandi compresero la necessità di difendere le linee e la popolazione da questa nuova e temibile arma.
A partire dalla fine del 1916 anche a ridosso dell’Ortogonale 1 / Dorsale Agno – Leogra nella bassa Valle dell’Agno fu allestito un campo d’aviazione a Trissino e nel 1917 altri due a Castelgomberto e Sovizzo. I primi due rimasero attivi fino alla fine della guerra con la presenza anche di velivoli francesi e inglesi.
Villa Piovene da Porto divenne sede del Comando del XVI Gruppo Aeroplani e alloggio dei piloti del grande campo d’aviazione con 16 hangar per il ricovero dei velivoli ricavato nella Praderia.
Il 27 novembre 1918 il Re d’Italia Vittorio Emanuele III passò in rassegna e consegnò le medaglie al Valore ai soldati dei contingenti alleati Francese e Inglese schierati nella pista d’atterraggio della Praderia.
Civili e Soldati
Civili e soldati
La guerra nei paesi

Castelgomberto, come tutti i Comuni della Valle dell’Agno, vide la presenza di migliaia di soldati addetti ai servizi nelle retrovie e di truppe a riposo o in transito verso il fronte.
Nel 1917 fu costruito un grande campo d’aviazione nella Praderia a ovest di Villa da Porto e la villa stessa divenne sede del comando e alloggio dei piloti. Numerosi incidenti aerei causarono la morte dei giovani aviatori e la cittadinanza era sempre partecipe alle solenni cerimonie funebri.
Dopo la rotta di Caporetto, nell’ottobre del 1917, giunsero in paese i soldati Francesi e Inglesi alleati dell’Italia. Questi fanti e artiglieri occuparono la parte meridionale della linea strategica Ortogonale 1 dal passo dello Zovo di Valdagno a Creazzo all’interno del campo trincerato di Vicenza.
I collegamenti tra i centri abitati e la dorsale tra la valle dell’Agno – Leogra furono garantiti da nuove strade e sentieri verso la valle dell’Onte e Montepulgo. Dopo la vittoria, il 27 novembre 1918 ebbe luogo nella Praderia una grande sfilata di truppe italiane e inglesi alla presenza del Re d’Italia Vittorio Emanuele III.
La strada militare Carletti-Valdilonte
Strade Militari
La strada militare Carletti - Valdilonte
Le strade militari, più di ogni altra opera della Grande Guerra, hanno contribuito a cambiare il paesaggio e la vita della gente nelle Prealpi Vicentine creando collegamenti agevoli tra le valli e tra i paesi in quota. Questa rete stradale e i sentieri militari costruiti al servizio della linea strategica “Ortogonale 1” costituiscono un patrimonio prezioso per lo sviluppo dell’economia e del turismo di montagna.
Le strade che correvano a ridosso della linea strategica di cresta Ortogonale 1, come la “carrozzabile” di arroccamento Valdilonte – Carletti – Montepulgo, avevano invece funzioni logistiche.
Questa strada aveva richiesto notevoli lavori di scavo in roccia e la costruzione di tre splendidi ponti in pietra.

La strada militare
La viabilità era progettata dagli uffici del Genio Militare che si avvaleva per la costruzione della mano d’opera delle Compagnie Minatori e Zappatori, delle Centurie Lavoratori della Milizia Territoriale e di donne, ragazzi e uomini non chiamati alle armi.
Le strade militari erano divise in categorie:
Camionabili
Destinate al transito di autocarri, con fondo stradale adatto a sopportare carichi pesanti, larghezza superiore ai 3 metri e pendenze non superiori al 10%.
Carrozzabili
Adatte al transito di automezzi e carri, con fondo artificiale, larghezza dai 2,5 ai 3 metri e pendenze non superiori al 10%, raggio di curvatura minimo di 6 metri
Mulattiere
Destinate al transito delle salmerie, ma spesso predisposte anche per il traino di pezzi di piccolo calibro (carrettabili per artiglieria), con larghezza da m 0,80 a m 1,60 e pendenze del 12%.
Tutta la viabilità militare presentava delle caratteristiche tecniche che ne permettono il riconoscimento e che ancor oggi possiamo osservare percorrendo la strada Monte Piano – Monte Pulgo:
- Larghezza e pendenza costanti
- Lavorazione del sasso a secco per muri e pozzetti. Cunette laterali selciate
- Cordoli di contenimento della massicciata in pietra squadrata
- Paracarri in pietra lavorata al grezzo
- Presenza di rifugi in caverna lungo il tracciato con tracce dei fori da mina
- Tracciati coperti alla vista e al tiro del nemico
- Fornelli da mina e depositi di esplosivo in caverna per l’interruzione stradale